Preghiere |
A Te, o grande eterno Iddio. Signore del cielo e dell’abisso, cui obbediscono |
i venti e le onde, noi, uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai d’Italia, |
da questa sacra nave armata dalla Patria leviamo i cuori ! |
Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione. |
Da giusta gloria e potenza alla nostra Bandiera, |
comanda che le tempeste ed i flutti servano a lei; |
poni sul nemico il terrore di lei; |
fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, |
più forti del ferro che cinge questa nave: a lei per sempre |
dona vittoria Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti. |
Benedici nella cadente notte il riposo del popolo |
benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare. |
Signore, |
fa che questa tuta non debba mai sporcarsi di sangue, |
ma che sia simbolo di armonia e infonda fiducia; |
che queste corde non debbano mai sorreggere un ferito, |
ma che servano da traino per diffondere l’amore e la solidarietà; |
che i nostri fari servano ad illuminare soltanto volti sereni, |
che la nostra barella trasporti solo allegria; |
che le nostre manichette restino sempre asciutte; |
che i nostri cani siano solo fedeli e giocosi compagni di vita, |
che dalle nostre radio si diffondano solo messaggi di pace e di speranza; |
che i nostri mezzi portino solo pace e serenità e che la nostra pala rimanga, |
per tutti, solo il simbolo della fatica e della partecipazione. |
Signore, quando tutto questo non sarà possibile sostienici nella nostra attività di soccorso che |
oltrepassa tutte le barriere ideologiche razziali e sociali e se mai ci fosse la necessità, |
anche con tutti i nostri difetti e le manchevolezze umane, |
là assistiti dal nostro Patrono SAN PIO, noi saremo pronti: |
per limitare i danni che l’uomo ha causato; |
per portare anche un semplice sorriso ed esprimere il significato della vera solidarietà. |
Aiutaci ad aiutare chi si trova nella sofferenza, nelle ostentazioni, nelle calamità. |
Poesie |
Uomo libero, tu amerai il mare ! |
Il mare è il tuo specchio; |
tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. |
Il tuo spirito non è abisso meno amaro. |
Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine; |
tu l’abbracci con gli occhi e con le braccia, |
e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore |
di questo lamento indomabile e selvaggio. |
Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti: |
uomo, nessuno conosce le tue ricchezze segrete; |
tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero. (…) |
Charles Baudleaire, 1857 |
Risponda al rosso il rosso, al verde il verde |
avanti pur: la nave non si perde. |
Se sulla rotta rosso e verde appare |
mano al timone, a dritta tieni il mare. |
Se il verde mostri mentre il rosso vedi |
accosta sulla dritta e il passo cedi. |
Se alla sinistra il verde tu rilevi |
dritto alla via, ché manovrar non devi. |
Non incrociar la rotta ad un veliero |
se dubbio v’ha d’abbordo ancor leggiero. |
Se raggiungi in tua rotta nave in mare |
sei tu che per passar dei manovrare. |
Se v’è neve, foschia, o nebbia folta |
sii cauto e lento ed i segnali ascolta. |
Quando a pruavia alcun segnal tu avverta |
ferma; poi avanza adagio stando all’erta. |
Tu dagli eventi prenderai consiglio |
pronto e sicuro in subito periglio. |
E ricorda che all’uomo dice Iddio: |
“Aiutati, che allor ti aiuto anch’io”. |
1 – Rosso di sera buon tempo si spera |
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2 – Cielo rosso di mattina brutto tempo si avvicina
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3 – Se l’alba verde a te apparirà da questo lato il vento arriverà |
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4 – Chiaro orizzonte a Nord, sole calante promessa di bel tempo al navigante |
5 – Se a calma notte il mare brontola a riva al largo, o marinar, la barca va giuliva
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6 – Allor che il vento contro il sole gira non ti fidar, perchè torna forte e spira
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7 – Vento dal Nord propizio al marinaro se l’orizzonte scorgi netto e chiaro
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8 – Nubi ramate immote, ciel coperto tempesta ti annunzia di certo
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9- Cielo a pecorelle, donna imbellettata non duran nemmeno una giornata
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10 – Stelle troppo scintillanti vento forte a te davanti
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11 – Stelle moltissime in ciel filanti di vento e pioggia son segni parlanti
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12 – Stelle ingrandite e luminose assai annuncian cambiamento ai marinai
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13 – Ciel senza nubi, pallide stelle al marinaio dicono procelle
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14 – Scirocco chiaro e tramontana scura mettiti in mare e non aver paura
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15 – Se lampeggia, ma più tuona il vento vien da dove suona FERNANDO PESSOA Al di là Al di là del porto c’è solo l’ampio mare… Mare eterno assorto nel suo mormorare… Come è amaro stare qui, amore mio… Guardo il mare ondeggiare e un leggero timore prende in me il colore di voler avere una cosa migliore di quanto sia vivere… Para além do porto Ha só o ampio mar… Mar eterno absorto No seu murmurar… Que amargo o estar Aqui, meu amor… Olho o mar a ondear E um ligeiro pavor Toma em mim a cor De desejar ter Qualquer cousa melhor Que quanto è viver… GIORGIO CAPRONI Quest’odore marino Questo odore marino Negli occhi ho il sole fresco del primo mattino. Il sale del mare… Insieme come fumo d’un vino, ci inebriava, questo odore marino Sul petto ho ancora il sale d’ostrica del primo mattino.
ALFONSO GATTO – Alba Passerà l’alba in un sogno, al freddo freddo d’ogni casa al solitario azzurro del mare. E’ nudo il mondo un’altra volta. Erompa il cuore con la mela rossa contenta d’esser dura. In una selva molle di nuvole e di nevi pozz’acre di verde si rimescola i mare. Lo spazio smemorato si ridesta tra lontananze ventilato leggero. JACQUES PREVERT- In estate come in inverno In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Accanto a lui un imbecille un signore che ne ha tristemente pesca con la lenza Egli non sa perché vedendo passare una chiatta la nostalgia lo afferra Anch’egli vorrebbe partire lontano lontano sull’acqua e vivere una nuova vita con un po’ di pancia in meno. In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Il bravo pescatore con la lenza torna a casa senza un sol pesce Apre una scatoletta di sardine e poi si mette a piangere Capisce che dovrà morire e che non ha mai amato Sua moglie lo compatisce con un sorriso ironico E’ una ignobile megera una ranocchia d’acquasantiera. In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Sa bene che i battelli son grandi topaie sul mare e che per i bassi salari le belle barcaiole e i loro poveri battellieri portano a spasso sui fiumi una carrettata di figli soffocati dalla miseria in estate come in inverno con non importa qual tempo.
JOHN MANSFIELD – Febbre del mare Devo tornare sul mare, solitario sotto il cielo, e chiedo solo un’alta nave e una stella per guidarla, colpi di timone, canti del vento, sbuffi della vela bianca, e bigia foschìa sul volto del mare e un bigio romper dell’alba. Devo tornare sul mare, ché la chiamata della marea irruente è una chiara selvaggia chiamata imperiosa; e io chiedo soltanto un giorno di vento con volanti nuvole bianche, pien di spruzzi e di spuma e di strillanti gabbiani. Devo tornare sul mare, alla vita di zingaro vagabondo; alla via delle balene e degli uccelli marini, dove il vento è una lama tagliente; e io chiedo solo un’allegra canzone da un compagno ridente e un buon sonno e un bel sogno quando la lunga giocata è finita.
GIORGIO CAPRONI – Albaro Se al crepuscolo, almeno, ci fosse, dietro i vetri, il mare… Amore… Tremore in trasparenza… Se almeno questo fosse il rumore del mare… Non lo sopporto più il rumore della storia… Vento afono… Glissando… Sparire come il giorno che muore dietro i vetri… Il mare… Il mare in luogo della storia… Oh, amore.
WOLFGANG GOETHE – IL PESCATORE L’acqua frusciava, l’acqua cresceva, VAN GOGH – COAL BARGES
HEINRICH HEINE – CREPUSCOLO ALFONSO GATTO – NUDO Godo in occhi marini paeselli colorati ai tuoi fianchi di carne. Soffice nel vento dei capelli ricrei orride forme sul letto agitato del mare. M’alzo in bavero di sonno tra le rupi, fischiando gelido: la mia testa di broncio scava un abbraccio nelle sue spalle. A ZACINTO Né più mai toccherò le sacre sponde Venere, e fea quelle isole feconde
EUGENIO MONTALE – Mediterraneo Antico, sono ubriacato dalla voce EUGENIO MONTALE – Casa Sul Mare ll viaggio finisce qui: Il viaggio finisce a questa spiaggia Tu chiedi se così tutto vanisce Il cammino finisce a queste prode UMBERTO SABA – ULISSE Nella mia giovinezza ho navigato GIUSEPPE UNGARETTI – I ricordi I ricordi, un inutile infinito,
FEDERICO GARCIA LORCA – Caracola (conchiglia) Mi hanno portato una conchiglia. ANTONIO MACHADO – Il mare PAUL VERLAINE Il mare è più bello delle cattedrali, nutrice fedele, nenia di rantoli, il mare su cui prega la Vergine Maria! Ha tutti i doni terribili e dolci. Odo i suoi perdoni rimbrottare i suoi sdegni… Quest’immensità non ha nulla di caparbio. Oh! così paziente, anche quando è cattivo! Un soffio amico assilla l’onda, e ci canta: «Voi senza speranza, morite senza soffrire!». E poi sotto i cieli che ridono più chiari, ha dei toni azzurri, rosa, grigi e verdi… Più bello di tutti, migliore di noi! (Bournemouth, 77). PAUL VERLAINE – Marina L’oceano sonoro PAUL VALÈRY – Poesia Che puro gioco di lampi sottili KAHLIL GIBRAN – Poesia Per sempre me ne andrò per questi lidi, NAZIM HIKMET – Arrivederci fratello mare Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti arrivederci fratello mare mi porto un po’ della tua ghiaia un po’ del tuo sale azzurro un po’ della tua infinità e un pochino della tua luce e della tua infelicità. Ci hai saputo dir molte cose sul tuo destino di mare eccoci con un po’ più di speranza eccoci con un po’ più di saggezza e ce ne andiamo come siamo venuti arrivederci fratello mare. PABLO NERUDA – Qui io ti amo Qui io ti amo. Si dirada la nebbia in figure danzanti. O la croce nera di una nave. Qui io ti amo e invano l’orizzonte ti occulta. Si stanca la mia vita inutilmente affamata. Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi. PABLO NERUDA – IL TUO SORRISO Toglimi il pane, se vuoi, Vicino al mare, d’autunno, Riditela della notte, PABLO NERUDA – BARCAROLA Se solamente mi toccassi il cuore, Come diffusa assenza, come campana improvvisa, Se esistessi all’improvviso in una costa lugubre, E’ così; e i baleni coprirebbero le tue trecce Vuoi essere il fantasma che soffia, solitario, Qualcuno verrebbe, soffia con furia, Nella stagione marina KAHIL GIBRAN Camminavo sulla sabbia. Bassa marea. scrissi un verso sulla sabbia. quel che la mia mente pensava di uno che aveva lì camminato da cieco. UMBERTO SABA – L’amorosa spina Come ho goduto tra la veglia e il sonno Con le calme dorate e gli orizzonti una pietruzza per me, una cosina ALEKSANDR PUSKIN – Al mare Addio, libero elemento! Come il malinconico mormorio di un amico, Meta desiderata della mia anima! Come ho amato i tuoi richiami, La pacifica vela dei pescatori, Non sono riuscito ad abbandonare per sempre Tu mi aspettavi, mi chiamavi… io ero incatenato; Che cosa rimpiangere? Dove ora dovrei Una roccia, sepolcro della gloria.. Là egli è morto fra i tormenti. E’ scomparso, pianto dalla libertà, La tua immagine era impressa in lui, Il mondo è rimasto vuoto… Ora, dove Addio dunque, mare ! Non dimenticherò Nei boschi, nei deserti silenziosi COSTANTINO KAVAFIS – Mare al mattino Fermarmi qui. Per vedere anch’io un po’ la natura. Fermarmi qui. E illudermi di vederli
OLAV H. HAUGE – Non navighiamo sullo stesso mare Non navighiamo sullo stesso mare, |