Telefono : 0541-1798915 - email : info@lisoladellerose.it

Navigazione – Sicurezza in mare – Consigli utili:

Navigazione – Sicurezza in mare – Consigli utili:

Di seguito troverete informazioni utili per quanto riguarda la sicurezza della navigazione, i regolamenti marittimi, dotazioni di bordo, avvisi ai naviganti, protezione civile, meteorologia, navigazione eco-compatibile. Oltre ad una raccolta di proverbi, poesie e preghiere nautiche.

 

 NORMATIVA  E  REGOLAMENTO  NAUTICO

A) ASSISTENZA E SOCCORSO IN MARE:

1 – Segnali di pericolo:
Prescritti dal Regolamento internazionale del 1972 per prevenire gli abbordi in mare (legge 27 dicembre 1977, n. 1085 – Annesso IV).1 – I seguenti segnali, utilizzati o mostrati sia insieme che separatamente, indicano pericolo e bisogno di soccorso:
(a) un colpo di cannone od altro segnale esplosivo sparato ad intervalli di circa un minuto;
(b) un suono continuo emesso da qualsiasi apparecchiatura per segnali da nebbia;
(c) razzi o candelotti, artifici pirotecnici proiettanti stelle rosse, lanciati uno alla volta a brevi intervalli;
(d) un segnale emesso con radiotelegrafo oppure con altro sistema di segnalazione, consistente nel gruppo  (SOS) dell’alfabeto Morse;
(e) un segnale emesso per radiotelefono, consistente nella parola “Mayday”;
(f) il segnale di pericolo del C.I.S. indicato con le lettere N.C:;
(g) l’esposizione di un segnale costituito da una bandiera quadrangolare avente al di sopra o al di sotto un pallone o qualsiasi       oggetto che assomigli ad un pallone;
(h) fuochi accesi sulla nave (quali si possono ottenere bruciando barili di catrame, olio, ecc);
(i) un razzo a paracadute oppure un fuoco a mano che produca una intensa luce rossa;
(j) un candelotto fumogeno ci color arancione;
(k) un movimento lento e ripetuto delle braccia allargate dall’alto in basso da ciascun lato;
(l) il segnale di allarme radiotelegrafico (*);
(m) il segnale di allarme radiotelefonico (*);
(n) segnali trasmessi da radio gavitelli di emergenza indicanti la posizione.2 – E’ vietato l’uso o l’esibizione di ciascuno dei suddetti segnali o di altri che possano essere confusi con essi, se non con lo scopo di indicare pericolo o bisogni di soccorso.3 – Si richiama l’attenzione sulle importanti norme sull’argomento riportate dal Codice internazionale dei segnali, sul manuale di ricerca e soccorso delle navi mercantili e sui seguenti segnali:
(a) un telo arancione con un quadrato ed un cerchio nero od un altro simbolo appropriato (per il riconoscimento dall’alto);
(b) un dye marker.

(*) Il segnale radiotelegrafico di allarme, che ha lo scopo di far entrare in funzione gli apparecchi automatici d’allarme di altre navi che ne sono provviste, consiste in una serie di dodici linee tratteggiate emesse in un minuto, della durata di quattro secondi per ogni linea e con un intervallo di un secondo fra due linee consecutive. Il segnale radiotelefonico di allarme consiste in due tonalità emesse alternativamente per periodi di trenta secondi ad un minuto.

2 – Segnali di salvataggio:
Segnali usati da un aereo che effettua operazioni di ricerca e salvataggio per guidare le navi verso la nave, l’aereo o la persona in   pericolo.

 

Razzi a luce verde: ho un   importante messaggio da   trasmettervi via radio. Manovre eseguite,   nell’ordine, da un aereo che   sta guidando una nave verso   un natante in pericolo:
1. L’aereo descrive almeno       un cerchio attorno alla       nave.
2. L’aereo taglia la rotta       della nave in vicinanza       della prora, a bassa       quota, variando il rumore       dei motori.
3. L’aereo dirige verso il       natante in pericolo.

Manovra eseguita da un   aereo per indicare che la   assistenza della nave, a cui i   segnali sono diretti, non è più   necessaria.
L’aereo taglia la scia della   nave in vicinanza della poppa   a bassa quota variando il   rumore dei motori.

Risposta delle stazioni di salvataggio o delle unità di soccorso marittimo ai segnali di pericolo fatti da una nave o persona.

 

Di giorno SEGNALI LUMINOSI ALTRI SEGNALI SIGNIFICATO

Segnale con fumo arancione.

oppure: segnale combinato di luce   e suono (lampo detonante),   composto di tre segnali singoli,   sparati ad intervalli di circa 1   minuto.
Vi vediamo: vi daremo assistenza appena possibile.

(La ripetizione di tali segnali avrà sempre lo stesso significato).

Di notte

3 razzi a stella bianca sparati ad   intervalli di 1 minuto.

 

3 – Assistenza medica:
Alle navi in mare possono essere fornite, su richiesta, consultazioni e consigli sanitari da parte di determinate stazione radio che sono destinate a ricevere tali richieste.
In casi di urgenza i messaggi relativi possono avere la precedenza sul resto del traffico (ad eccezione dei segnali di soccorso), premettendo la qualifica XXX.
La richiesta può essere compilata in chiaro o in cifra impiegando il Codice internazionale dei Segnali allo scopo di eliminare eventuali difficoltà linguistiche.
Nella pubblicazione I.I. 3128 “Radioservizi per la Navigazione – Parte I (Mediterraneo)” (così come nelle corrispondenti pubblicazioni estere) sono riportate, per le varie stazioni radio destinate al servizio sanitario, le lingue che debbono essere impiegate per la compilazione dei messaggi in chiaro.
In alcune nazioni la risposta viene data in dapprima in chiaro nella lingua nazionale e ripetuta poi nella lingua usata nella richiesta.
La richiesta deve contenere una breve, chiara e completa indicazione delle caratteristiche della malattia e di tutte le circostanze che l’hanno determinata nonché l’indicazione dell’armadio farmaceutico di cui la nave dispone.
In Itala detto servizio viene espletato dal Centro Internazionale Radio Medico (CIRM), ente sorto in Roma nel 1935, che ha lo scopo di dare assistenza radio medica in mare aperto ai marittimi imbarcati su navi mercantili di qualsiasi nazionalità, naviganti in tutti gli oceani ed inoltre alle popolazioni di piccole isole del Mediterraneo.
L’attività del CIRM nel Mediterraneo si è potuta svolgere in modo perfetto per il continuo appoggio della Marina Militare, del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, del Soccorso Aereo e del Comando Generale della Guardia di Finanza ed inoltre per l’adesione di un complesso di illustri clinici di Roma, che prestano la loro opera disinteressatamente in favore dell’Ente; e nei mari lontani per la collaborazione di Governi, Enti e soccorsi stranierei. Il servizio radio della stazione del CIRM è articolato come segue:
1) La stazione r.t. del CIRM – Nominativo IRM – assicura ascolto continuo sulla banda di chiamata del servizio mobile marittimo che     viene indicata sulle frequenze in emissione circolare; esegue ascolto si qualsiasi altra frequenza quando viene richiesto, anche     tramite altre stazioni costiere italiane.
2) In relazione alle stagioni ed agli orari, le frequenze che IRM manipola durante le 24 ore sono scelte fra le seguenti:

 

Frequenza Nominativo Servizio
kHz 4342 IRM 2 A richiesta e per rispondere alle
navi che impegnano le medie frequenze
kHz 4350 IRM 3
kHz 6365 IRM 4 Notturno invernale
kHz 6420 IRM 5 Sostituisce la frequenza 12760 kHz quando impiegata per altri servizi ed a richiesta
kHz 8685 IRM 6
kHz 12760 IRM 7 Continuo. Quando impiegata per altri servizi
viene sostituita dalla 8685 o 12748 kHz
kHz 12748 IRM 8
kHz 17105 IRM 9 Continuo, durante la stagione estiva: diurno
durante la stagione invernale
kHz 22525 IRM 10 Dalle 0800 alle 1800 TMG

3) Alle ore 0200, 0800, 1400, 2000 TMG viene trasmessa la lista del traffico giacente (CQ) impegnando le frequenze in uso al momento. E’ raccomandato l’ascolto di questa lista per l’eventuale richiesta di transiti.
Per agevolate ed accelerare l’espletamento dei messaggi radiomedici si consigliano i Sig. Ufficiali RT di osservare per quanto possibile le seguenti norme:
a) tentare sempre il collegamento diretto con la stazione del CIRM, richiedendo, in caso di difficoltà, per il tramite delle altre stazioni costiere italiane. Ciò è particolarmente necessario quando si tratti di messaggi di pronto soccorso.
b) indicare la propria posizione e la frequenza meglio ricevuta per poter stabilire la frequenza o le frequenze più idonee per i collegamenti successivi.
c) tener presente che, in caso di urgente necessità e di difficoltà di collegamento con la stazione radio dell’Ente, i messaggi possono essere appoggiati in franchigia alle stazioni riportate nel prospetto seguente.
I messaggi di risposta saranno trasmessi attraverso le stesse stazioni, a meno che, nel frattempo, non sia stabilito il collegamento diretto.

B) METEREOLOGIA:
                                                                                                             Scala Beaufort della forza del vento:

CIFRA BEAUFORT TERMINE DESCRITTIVO VELOCITA’ DEL VENTO SPECIFICAZIONI PER LE OSSERVAZIONI
a bordo delle navi (al largo)
ALTEZZA PROBABILE DELLE ONDE in m (*)
M/SEC NODI
0 Calma 0 – 0,2 1 Il mare è come uno specchio (mare d’olio).
1 Bava di vento 0,3 – 1,5 1 – 3 Si formano increspature che sembrano squame di pesce, ma senza alcuna cresta bianca di schiuma. 0.1
(0.1)
2 Brezza leggera 1,6 – 3,3 4 – 6 Ondicelle minute, ancora corte ma ben evidenti: le loro creste hanno un aspetto vitreo ma non si rompono. 0.2
(0.3)
3 Brezza tesa 3,4 – 5,4 7 – 10 Ondicelle grosse, le cui creste cominciano a rompersi. La schiuma ha apparenza vitrea. Talvolta si osservano qua e là delle “pecorelle” dalla cresta biancheggiante di schiuma. 0.6
(1.0)
4 Vento moderato 5,5 – 7,9 11 – 13 Onde piccole che cominciano ad allungarsi: le “pecorelle” sono più frequenti. 1.0
(1.5)
5 Vento teso 8,0 – 10,7 17 – 21 Onde moderate che assumono una forma nettamente più allungata: si formano molte “pecorelle”. (Possibilità di qualche spruzzo). 2.0
(2.5)
6 Vento fresco 10,8 – 13,8 22 – 27 Cominciano a formarsi onde grosse (“cavalloni”); le creste di schiuma bianca sono ovunque più estese. (Molto probabile qualche spruzzo). 3.0
(4.0)
7 Vento forte 13.9 – 17,1 28 – 33 Il mare s’ingrossa. La schiuma che si forma al rompersi delle onde comincia ad essere “soffiata” in strisce lungo il letto del vento. 4.0
(5.5)
8 Burrasca 17,2 – 20,7 34 – 40 Onde moderatamente alte e di maggiore lunghezza. La sommità delle loro creste comincia a rompersi in spruzzi vorticosi risucchiati dal vento. La schiuma viene “soffiata” in strisce, ben distinte, nel letto del vento. 5.5
(7.5)
9 Burrasca forte 20,8 – 24,4 41 – 47 Onde alte. Dense strisce di schiuma nel letto del vento. Le creste delle onde cominciano a vacillare e a precipitare rotolando. Gli spruzzi possono ridurre la visibilità. 7.0
(10.0)
10 Tempesta 24,5 – 28,4 48 – 55 Onde molto alte sovrastate da lunghe creste (“marosi”). La schiuma formatasi, addensata in grandi banchi, viene “soffiata” in strisce bianche e compatte lungo il letto del vento. Nel suo insieme il mare appare biancastro. Il precipitare rotolando delle onde diviene intenso e molto violento. La visibilità è ridotta. 9.0
(12.5)
11 Tempesta violenta 28,5 – 32,6 56 – 63 Onde eccezionalmente alte (le navi di piccola e media grandezza possono scomparire a vista per qualche istante). Il mare è completamente coperto da banchi di schiuma che si allungano nel letto del vento. Ovunque la sommità delle crste delle onde è polverizzata dal vento. La visibilità è ridotta. 11.5
(16.0)
12 Uragano 32,7 e oltre 64 e oltre L’aria è piena di schiuma e spruzzi. Il mare è completamente bianco a causa dei banchi di schiuma alla deriva. La visibilità è fortemente ridotta. 14
(-)

 

(*) Questa parte della tabella vuole solo indicare, grossomodo, le condizioni che ci si può attendere di incontrare in mare aperto, lontano dalle coste; essa non deve essere mai usata in senso inverso, e cioè per stimare e segnalare lo stato del mare. Nei mari interni o presso le coste, con venti da terra le onde risultano meno alte e più ripide. Il numero tra parentesi indica l’altezza probabile massima.

                                                                                                                  Scala Douglas dello stato del mare:

CIFRA ALTEZZA MEDIA DELLE ONDE TERMINI DESCRITTIVI
0 0 Calmo
1 0 – 0,10 Quasi calmo
2 0,10 – 0,50 Poco mosso
3 0,50 – 1,25 Mosso
4 1,25 – 2,50 Molto mosso
5 2,50 – 4 Agitato
6 4 – 6 Molto agitato
7 6 – 9 Grosso
8 9 – 14 Molto grosso
9 oltre 14 m Tempestoso

 

C) ASSISTENZA MEDICA E PRONTO SOCCORSO:

Ferite:
Le ferite possono essere da punta, da taglio, la arma da fuoco, ecc. a seconda del mezzo che le ha provocate.
Da un punto di vista pratico è utile invece distinguerle in due tipi: quelle superficiali e quelle profonde: penetranti nel torace, nell’addome, nel cranio,con grave lesioni interne.
Nel primo trattamento delle ferite superficiali si deve combattere l’emorragia e prevenire l’infezione.
Per combattere l’emorragia spesso basta una semplice fasciatura compressiva; altrimenti si ricorre all’applicazione del laccio emostatico, a monte se l’emorragia è arteriosa, a valle se l’emorragia è venosa. Se però il vaso venoso interessato è abbastanza grande, l’applicazione del laccio si impone sia a valle che a monte.
Per prevenire l’infezione è necessario ripulire e disinfettare la ferita. Per ripulire la ferita da eventuale terriccio od altro materiale sporco si ricorre all’acqua e sapone, all’acqua ossigenata, alla benzina; per disinfettare la ferita si usa l’alcol denaturato od altri liquidi disinfettanti (citrosil, desogen, bradosol, ecc.); si può usare anche la tintura di jodio al 2% ma solo per toccare i margini della ferita, essendo tale liquido caustico per i tessuti feriti.
Una grave infezione delle ferite, particolarmente di quelle inquinate dal terriccio, è rappresentata dal tetano; per proteggere il ferito da questa infezione si pratica l’iniezione antitetanica, ma, non essendovi estrema urgenza per questa pratica, ad essa pensa il medico quando il ferito giunge in ospedale.
Dopo la pulizia e la disinfezione, la ferita viene fasciata con garza sterile e con tela pulita, lavata di recente.1) Ferite del torace e del capo
Quando una ferita è profonda e penetra nel torace, se il ferito presenta tosse, emissione di sangue dalla bocca, gorgoglio di aria e sangue attraverso la ferita del torace, bisogna pensare ad una lesione della pleura e del polmone.
In tale caso è necessario applicare alla ferita gorgogliante un tampone fatto si garza sterile sovrapposta in più strati (possibilmente fra gli strati di garza viene messo uno spessore di cotone); questo tampone viene fasciato strettamente sulla ferita in modo da impedire per quello che è possibile il passaggio di aria attraverso la ferita stessa. In mancanza di garza e cotone sterile, si usa materiale di fortuna che deve essere il più possibile pulito: di solito si ricorre a tela bianca pulita, lenzuola tagliate, lavate di recente. Naturalmente il malato viene trasportato d’urgenza in ospedale.
Quando la ferita profonda penetra nel cranio, vi è naturalmente anche una frattura della scatola cranica. Il ferito viene fasciato e trasportato d0urgenza in ospedale.2) Ferite dell’addome
Quando invece la ferita profonda penetra nell’addome può esservi lesione dell’intestino, dello stomaco, della milza o di altri organi addominali.
Se la ferita è piccola (ad esempio una coltellata, un colpo di rivoltella), talora il ferito non presenta al momento segni di particolare gravità. Deve però essere trasportato d’urgenza in ospedale ed operato per ricercare e riparare tutte le lesioni interne provocate dalla ferita. I gravi feriti dell’addome muiono nelle prime ore o nella prima giornata per emorragia interna e shock,oppure nelle giornate successive per infezione peritoneale (peritonite) conseguente alla perforazione intestinale.
Può darsi il caso che il primo soccorritore trovi un’ampia ferita dell’addome, attraverso la quale esce un tratto di intestino; in tal caso non bisogna cercare di introdurre nell’addome l’intestino che ne è uscito: ci si limita a coprire di garza sterile la ferita e l’intestino fuoriuscito ed a trasportare d’urgenza il malato in ospedale; in ospedale penserà il chirurgo a rimettere a posto l’intestino dopo averlo ripulito ed essersi assicurato dell’assenza di lesioni.
Emorragie:
Le emorragie possono essere arteriose o venose. Nel primo caso il sangue è rosso vivo ed esce a zampillo, con getti successivi sincroni col polso. Nel secondo caso il sangue è rosso scuro ed esce a fiotto in maniera continua.
Le emorragie arteriose di piccola entità e le emorragie venose si arrestano con semplice fasciatura compressiva: si applica alla ferita della garza sterile o, in mancanza di questa, della tela pulita, lavata di recente, e si fascia strettamente la parte.
Le emorragie arteriose di entità più rivelante possono portare rapidamente ad una grave perdita di sangue con conseguente shock e talora morte; è quindi necessario un pronto soccorso urgente per arrestarle in tempo.1) Emorragie esterne
Se si tratta di emorragie degli arti, si applica un laccio emostatico fra la ferita sanguinante e la radice dell’altro preferendo il braccio all’avambraccio e la coscia alla gamba perché dove lo scheletro è formato da un unico osso l’emostasi è più efficace; il lacci deve essere stretto con una certa energia, in modo da chiudere le arterie ed interrompere l’afflusso di sangue alla ferita sanguinante. Il laccio non deve essere tenuto stretto più di 20-30 minuti: passato questo tempo si allenta, lasciandolo sul posto, e si osserva la ferita: se la emorragia riprende, si stringe nuovamente per altri 20-30 minuti e quindi si rallenta, e così via. Se non è disponibile un laccio di gomma, si usa una cintura, una corda od altro materiale di fortuna col quale sia possibile stringere con energia la radice dell’arto sanguinante. Il laccio di gomma, la cintola, la corda od altro vengono girati due volte strettamente intorno all’arto e quindi annodati; nell’anello formato dalla legatura si introduce un qualsiasi colpo rigido (un’asticella, una chiave, ecc.) e si gira, attorcigliandolo, al fine di stringere meglio le legatura.
Se l’emorragia interessa il tronco o il corpo naturalmente non si possono applicare lacci. Si ricorrerà alla fasciatura compressiva più sopra descritta. Quanto è stato sopra detto, vale per il pronto soccorso delle emorragie esterne, nelle quali il sangue si vede sgorgare da una ferita dalla cute.2) Emorragie interne
Vi sono emorragie interne per lesioni di organi interni del torace o dell’addome nelle quali il sangue si raccoglie internamente e non si vede sgorgare all’esterno. Queste emorragie possono essere gravissime: il ferito si presenta pallido, col viso ricoperto da sudore freddo, col polso piccolo e molto frequente; la coscienza progressiva si obnubila. E’ il quadro dello shock che segue ad una perdita abbondante di sangue. In questi casi sono necessarie trasfusioni di sangue e talora interventi chirurgici per ricercare e legare le arterie sanguinanti. Come pronto soccorso immediato non si può quindi fare altro che trasportare rapidamente il ferito ad un ospedale, tenendolo sdraiato, in posizione supina, con la testa più bassa degli arti inferiori per favorire l’afflusso di sangue al cervello.
Vi sono altre emorragie interne nelle quali il sangue si raccoglie all’interno del cranio ed esattamente fra l’osso ed il cervello. Queste emorragie non sono gravi per la perdita di sangue che è di solito limitata, ma per la compressione che la massa di sangue uscito dall’arteria rotta esercita sul cervello. Sono emorragie che si presentano dopo traumi cranici, i quali talora non provocano né ferite nel cuoio capelluto, né fratture delle ossa craniche, ma solo rottura di un’arteria interna. Qualche ora dopo il trauma il sangue che continua ad uscire ed a raccogliersi fra il cervello e la scatola cranica dà segni della compressione celebrale: cefalea, vomito, il polso rallenta la sua frequenza, il ferito perde progressivamente conoscenza ed entra in coma. Anche in questi casi è necessario l’intervento chirurgico per svuotare la raccolta di sangue, decomprimere il cervello e legare l’arteria sanguinante.
Quanto sopra per concludere che qualsiasi traumatizzato cranico, anche se non grave al momento dell’incidente, può divenire tale nelle ora successive e quindi deve essere sempre accompagnato all’ospedale ove sarà tenuto in osservazione.
Fratture:
Le fratture possono essere esposte o chiuse: sono esposte quando l’osso fratturato sporge attraverso la ferita della pelle; sono chiuse quando l’osso fratturato è ricoperto da pelle sana. Le fratture esposte possono infettarsi facilmente.
Le fratture possono complicarsi con lesioni nervose o vascolari. Ad esempio, se i monconi dell’osso fratturato sono a punta o taglienti, possono ledere un nervo che decorre nelle vicinanze con conseguente paralisi oppure possono ledere un vaso sanguigno (arteria, vena) con conseguente emorragia; nel caso di una frattura della colonna vertebrale però essere leso il midollo spinale con conseguente paralisi e talora morte.
E’ importante che il soccorritore sappia che una frattura chiusa e senza complicanze può trasformarsi in frattura esposta e con complicanze nervose o vascolari per un pronto soccorso inadeguato ed un trasporto affrettato.
I segni più importanti di una frattura sono: dolore spontaneo accentuato dalla pressione in corrispondenza dell’osso fratturato; deformità (accorciamento, tumefazione, angolatura) della parte sede della frattura; impotenza funzionale, cioè impossibilità di muovere la parte fratturata. Se si tratta di un arto inferiore, il ferito non riesce a stare in piedi. Se si tratta della colonna vertebrale, oltre al vivo dolore della parte fratturata, il ferito potrà presentare una certa deformità a gobba, oppure una insensibilità o semplicemente un torpore alle mani (frattura della colonna cervicale) o alle mani ed ai piedi (frattura della colonna dorsale); bisogna sempre ricordare che sia la deformità (gobba) sia la lesione nervosa (torpore, insensibilità) possono non essere presenti al momento del trauma e comparire invece dopo un trasporto inadeguato che provoca uno spostamento dei monconi delle ossa fratturate con schiacciamento del midollo spinale.Per il pronto soccorso al fratturato ci si attenga alle norme seguenti:
1) Vi è necessità inderogabile di pronto soccorso urgente solo nel caso di una frattura esposta complicata da grave emorragia o nel caso di un traumatizzato cranico grave che non respiri: nel primo caso di debbono seguire le norme per il trattamento delle emorragie e nel secondo caso si deve praticare la respirazione artificiale.
2) Nel caso di frattura esposta non si deve cercare di fare rientrare i monconi ossei sporgenti ma solamente fasciare la ferita con materiale sterile.
3) Prima di spostare o trasportare il ferito bisogna pensare che queste operazioni debbono essere eseguire senza provocare movimenti dei monconi ossei per non causare le complicazioni descritte sopra. Se non si ha la capacità o i mezzi per evitare questo, meglio non spostare il ferito e attendere soccorsi più sicuri.
4) Per immobilizzare una frattura e rendere così possibile il trasporto del fratturato, si ricorre ai mezze seguenti:
Nelle fratture degli arti si applicano lungo l’arto fratturato uno o due bastoni o stecche di legno e si fascia strettamente interponendo comunque un qualunque materiale soffice tra la protesi così improvvisata e la cute onde evitare compressioni localizzate, dolorose od ostacolanti la circolazione sanguigna dell’arto; invece dei bastoni o delle stecche di legno si può usare altro materiale di fortuna che abbia la capacità di sostenere l’arto fratturato impedendo movimenti della frattura (stecche di ferro, manici di scopa, racchette da sci, ecc.).
Per le fratture dell’arto superiore, in mancanza del materiale di sostegno suddetto, si avvicina l’arto fratturato al torace e si piega il gomito ad angolo retto; si fascia quindi saldamente l’arto fratturato al torace.
Nelle fratture della colonna vertebrale è impossibile immobilizzare con mezzi di pronto soccorso la frattura e impedire pericolosi spostamenti dei monconi; quando vi è il sospetto o la certezza di tale frattura,il ferito deve essere trattato con estrema precauzione; si consiglia, per spostarlo, di stendere un lenzuolo per terra e, tenendolo teso agli angoli, di farlo strisciare sotto il ferito sdraiato al suolo (in questa operazione il ferito non deve essere sollevato); quindi, tenendo sempre il lenzuolo teso agli angoli, spostare il ferito che ormai vi giace sopra, su una barella o su una tavola di legno; tutto questo per impedire che nello spostamento si incurvi la colonna vertebrale; perciò, durante il trasporto, sotto la barella viene messa una tavola di legno. Nelle fratture della colonna cervicale bisogna prendere particolari precauzioni affinché la testa non si sposti: tenerla fissa con le mani durante il trasposto in barella. Lo stesso dicasi per le fratture del cranio.
In ogni caso, e particolarmente nelle fratture del cranio e della colonna vertebrale, si raccomandi al conducente dell’auto di soccorso di non correre, di evitare sobbalzi e brusche variazioni di velocità e direzione.
Ustioni:
Le ustioni vengono classificate in diversi gradi a seconda della profondità del tessuto ustionato.
Ustioni di 1° grado: interessano solo la cute in superficie e si manifestano con un semplice arrossamento.
Ustioni di 2° grado: interessano la cute più in profondità e si manifestano con arrossamento e flittene (bolle contenenti liquido).
Ustioni di 3° grado: sono ancora più profonde e carbonizzano i tessuti, potendo giungere fino alla carbonizzazione dell’intero arto.
Per la sopravvivenza dell’ustionato ha più importanza l’estensione della superficie ustionata che la profondità delle ustioni. Una ustione che interessa più del 20% della superficie corporea può già essere pericolosa per la vita; una ustione che interessa più del 30% della superficie corporea ha di solito esito letale senza un adeguato trattamento. La morte avviene per shock dovuto al fatto che nelle zone ustionate i capillari sanguigni lasciano uscire la parte liquida e chiara del sangue (plasma) che imbeve prima i tessuti ustionati e poi sgorga all’esterno: ustionati gravi ed estesi perdono litri di plasma al giorno. Lo shock si combatte e la morte si evita somministrando litri di liquidi, di plasma, di sangue, tanto da compensare le perdite.
Il trattamento anti shock (a base di una esatta somministrazione di liquidi, di plasma, di sangue) non può essere effettuato che in ospedale. Esso deve essere iniziato il più presto e non oltre le prime 5 o 6 ore. Per questo è necessario trasportare l’ustionato grave in ospedale senza però esagerare nella velocità del trasposto, non essendo necessario un ricovero urgentissimo.
Il trattamento di pronto soccorso dell’ustionato si riassume come segue:
1) Calcolare approssimativamente l’estensione della superficie ustionata. Se essa supera il 15% l’ustionato deve essere trasportato in ospedale.
2) Le ustioni non sono mai infette in partenza: il calore che ustiona i tessuti, uccide anche i germi. Quindi non disinfettare con alcun liquido le ustioni, non toccarle, non rompere eventuali bolle, non applicare pomata od altro, ma avvolgerle semplicemente con garza sterile o tela pulita, bollita di recente. Per non infettare le ustioni, nel trattamento iniziale di pronto soccorso, non è consigliabile neanche togliere le vesti bruciate, essendo anch’esse sterilizzate dal calore.
3) Sulle ustioni di minor gravità, applicare eventualmente del FOILLE (pomata antisettica ed emolliente).
Colpo di sole:
E’ dovuto all’azione dei raggi solari che colpiscono il capo non protetto o la nuca per periodi prolungati.
I sintomi principale sono: violento mal di capo, rossore del volto, vomito, dolore e rigidità nucale, talora perdita di conoscenza, talora febbre alta.
Trattamento: trasportare il paziente in luogo fresco e ventilato; impacchi freddi sul capo. Se il paziente è cosciente, somministrare ad intervalli bevande calde (the zuccherato).
Metodo bocca a bocca per praticare la respirazione artificiale:
Pulizia della bocca e della gola: se in bocca e in gola della persona da soccorrere è visibile materiale estraneo (vomito, sangue, sabbia, dentiera mobile, ecc.) bisogna rapidamente allontanarlo, altrimenti l’aria della respirazione artificiale non può giungere ai polmoni. Si giri la testa della vittima (che giace al suolo supina) da un lato, si apri la bocca e ripulisca bocca e gola con le dita o con un pezzo di stoffa. La stessa pulizia dovrà farsi durante la respirazione artificiale, interrompendola momentaneamente, se muco, acqua o vomito si accumulano ancora in gola. Per queste operazioni si pulizia non bisogna che impiegare pochi secondi.
Posizione della vittima: supina, cioè sdraiata sul dorso,con la testa inclinata indietro il più possibile, in modo che la parte anteriore del collo risulti fortemente stirata.
Questa posizione della testa impedisce che la parte posteriore della lingua, cadendo all’indietro, chiuda la faringe e la laringe. Qualche volta la posizione della testa ora descritta non impedisce la caduta indietro della lingua: ci se ne accorge perché l’aria che si soffia in bocca della vittima non produce espansione del torace in quanto non riesce a giungere ai polmoni. Allora, lasciando la vittima nella stessa posizione e con testa fortemente inclinata all’indietro, si ponga una mano sotto il suo mento e lo spinga in alto e in avanti, o meglio si apra leggermente e momentaneamente la bocca e afferrando con le dita la mandibola la si tiri in alto con forza e si richiuda la bocca, continuando a sostenere il mento, in modo che i denti inferiori rimangano al davanti dei superiori.
Tutte queste manovre servono per tirare in alto la lingua che essendo attaccata alla mandibola (e quindi al mento) se segue i movimenti.
Insufflazione: si avvicini la propria bocca alla bocca della vittima dopo aver preso un profondo respiro. La testa della vittima viene tenuta nella posizione prima descritta dalle mani del soccorritore: una mano sotto il mento ed una sul capo.
Si soffi nella bocca della vittima, tenendola bene aderente alla propria. Dopo qualche secondo si smetta di soffiare e si allontani la propria bocca: in questo momento l’aria che abbiamo spinto nel polmoni della vittima fuoriesce spontaneamente. Si soffi nuovamente e così via. Bisogna fare compiere alla vittima dodici o più respiri al minuto. La prova della riuscita della respirazione artificiale è fornita dalla constatazione che il torace si espande quando si soffia, mentre quando ci si allontana esso torna della posizione iniziale, e si sente il rumore dell’aria che esce dalla bocca e dal naso.
Mentre si soffia nella bocca della vittima bisogna chiudere il naso della stessa o premendo sulle narici la propria guancia oppure chiudendole fra pollice e indice della mano posta sul capo.
Si può eseguire l’insufflazione anche avvalendosi di apposite cannule orofaringee; tali cannule, a forma di S, sono al centro una sorta di boccaglio, permettono non solo di agganciare la lingua impedendone la caduta, ma altresì di insufflare l’aria senza contatto diretto (che talora può essere assai fastidioso per gli eventuali rigurgiti di materiale ingerito). Anche usufruendo di tali cannule va sempre tenuto chiuso il naso del paziente.

 

Cassetta del pronto soccorso
  Alcool denaturato 100 cc.   Mycoren gocce (stimolante   cardiaco) 1 flac.
  Acqua ossigenata 100 cc.   Nisidina supposte   (antidolorifico) 1 scat.
  Tintura di Jodio 100 cc.   Foille pomata per ustioni 1 tub.
  Compresse garza sterile 2 pacc.   Cannula orofaringea Grande e piccola
  Bende di garza di varie   dimensioni   Aghi e filo per punti chirurgici   (in busta sterile)
  Cerotto alt. cm. 3 2 rotoli   Forbicine Inox
  Cotone idrofilo 2 rotoli   Bisturi con lame di riserva
  Aspirina compresse 1 scat.   Laccio emostatico
  Antemesyl supposte
(contro il vomito)
1 scat.   Borsa per ghiaccio
  Stecche di legno di varie   dimensioni   Pinzette anatomiche e   chirurgiche

 

D) PREVENIRE GLI ABBORDI IN MARE:

Il regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare è costituito da un insieme di regole internazionale da osservare contro i pericoli della navigazione e i rischi di collisione:

– Fanali e segnali delle navi

– Precedenza di rotta

– Segnali di soccorso

– Segnali sonori di manovra e da nebbia

– Bandiere del Codice Internazionale dei segnali

 

E) CALENDARIO PERPETUO:
Serve ad individuare il giorno della settimana corrispondente ad un qualunque giorno dell’era cristiana. Per esempio: che giorno della settimana era il 24 maggio 1915?

 

– si entra nella tav. A con le prime due cifre dell’anno (nell’esempio: 19) e in corrispondenza della colonna relativa alle seconde due cifre dell’anno (nell’esempio: 15) si legge una cifra (nell’es.: 6);
– si entra nella tav. B con la cifra ricavata dalla tav. A (nell’es.: 6) e in corrispondenza della colonna relativa al mese (nell’es.: maggio) si legge una cifra (nell’es.: 0);
– si entra infine nella tav. C con la cifra ricavata dalla tav. B (nell’es.: 0) e nella colonna relativa al giorno (nell’es.: 24) si legge il giorno della settimana cercato (nell’es.: lunedì).
Avvertenza: Nella tav. A le seconde due cifre degli anni bisestili sono in neretto; in questo caso, per i mesi di gennaio e febbraio, si usino, nella tav. B le colonne indicate con l’asterisco.
Le date dal 5 al 14 ottobre 1582 non esistono perché eliminate dalla riforma gregoriana. Nel calendario giuliano gli anni secolari (a partire dell’anno 100) sono tutti bisestili; in quello gregoriano solo quelli divisibili per 400.
Gli anni con un numero di cifre inferiori a 4 vanno completati anteponendo alle cifre dell’anno tanti zeri quante sono le cifre mancanti – esempio: anno 747=0747; anno 15=0015; anno 3=0003.

TAV. A
SECONDARIE DUE CIFRE DELL’ANNO
00
06
. .
17
23
28
34
. .
45
51
56
62
. .
73
79
84
90
04
01
07
12
18
. .
29
35
40
46
. .
57
63
68
74
. .
85
91
96
02
. .
13
19
24
30
. .
41
47
52
58
. .
69
75
80
86
. .
97
03
08
14
. .31
36
42
. .
53
59
64
70
. .
81
87
92
98
09
15
20
26
. .
37
43
48
54
. .
65
71
76
82
. .
93
99
. .
10
. .
21
27
32
38
. .
49
55
60
66
. .
77
83
88
94
. .
. .
11
05
16
22
. .
33
39
44
50
. .
61
67
72
78. .
89
95
PRIME DUE CIFRE DELL’ANNO
GIULIANI GREGORIANI
00 . .
01 . .
02 . .
03 . .
04 . .
05 . .
06 . .
07 . .
08 . .
09 . .
10 . .
11 . .
12 . .
13 . .
14 . .
15 . .
. . . .
. . . .
. . . .
. . . .
. . . .
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Fino al 4 ott. 1582
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .
dal 15 ott. 1582
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .
. . . .
. . . .
. . . .
. . . .
15 . .
16 . .
. . . .
17 . .
. . . .
18 . .
. . . .
19 . .
20 . .
. . . .
21 . .
. . . .
22 . .
. . . .
26 . .
24 . .
. . . .
25 . .
. . . .
26 . .
. . . .
. . . .
27 . .
28 . .
6
5
4
3
2
1
0
0
6
5
4
3
2
1
1
0
6
5
4
3
2
2
1
0
6
5
4
3
3
2
1
0
6
5
4
4
3
2
1
0
6
5
5
4
3
2
1
0
6
TAV. B MESI
Mag Ago
Feb*
Feb
Mar Nov
Giu Set
Dic
Apr Lug
Gen*
Gen
Ott
1
2
3
4
5
6
0
2
3
4
5
6
0
1
3
4
5
6
0
1
2
4
5
6
0
1
2
3
5
6
0
1
2
3
4
6
0
1
2
3
4
5
0
1
2
3
4
5
6
1
2
3
4
5
6
0
TAV. C MESI
1
8
15
22
29
2
9
16
23
30
3
10
17
24
31
4
11
18
25
. .
5
12
19
26
. .
6
13
20
27
. .
7
14
21
28
. .
1
2
3
4
5
6
0
D
L
Ma
Me
G
V
S
L
Ma
Me
G
V
S
D
Ma
Me
G
V
S
D
L
Me
G
V
S
D
L
Ma
G
V
S
D
L
Ma
Me
V
S
D
L
Ma
Me
G
S
D
L
Ma
Me
G
V

SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE

IMPIEGO DI UN MEZZO NAUTICO

Dotato di buone qualità essenziali (solidità, galleggiabilità, impermeabilità) e nautiche.

Completo delle attrezzature marinaresche prescritte dal buon uso delle quali dipendono la corretta condotta del mezzo e la sicurezza della sua navigazione.
Munito dei seguenti documenti in corso di validità per la loro incidenza sulla sicurezza:
— Certificato d’uso del motore per imbarcazioni da diporto (viene rilasciato a seguito di positivo collaudo del motore).
— Licenza di abilitazione alla navigazione delle imbarcazioni da diporto.
oppure
— Licenza di abilitazione alla navigazione delle navi da diporto.
In condizioni meteo-marine maneggevoli per natante/imbarcazione/nave.

EFFICENZA E CORRETTO USO DELLE DOTAZIONI DI SICUREZZA-SOCCORSO DA TENERE SEMPRE A BORDO

Esse si articolano in 4 categorie:
— mezzi collettivi di salvataggio
— mezzi individuali di salvataggio
— dotazioni marinaresche
— dotazioni di soccorso

SAPER RICHIEDERE E SAPER INTERPRETARE I RELATIVI SEGNALI DI PERICOLO

Usando i seguenti segnali separatamente o congiuntamente:
— un suono continuo, emesso da qualsiasi apparecchio per segnali da nebbia;
— razzi o altri artifizi pirotecnici, proiettanti stelle rosse, lanciati uno alla volta a brevi intervalli;
— un segnale emesso con la radiotelefonia consistente nella parola “MAYDAY”;
— il segnale di pericolo del Codice Internazionale, indicato con le lettere NC;
— un segnale a riva consistente in una bandiera quadra che abbia al di sopra o al di sotto un pallone o qualsiasi cosa assomigli ad un pallone;
— fuochi accesi sulla ave (quali si possono ottenere bruciando barili di catrame, olio, ecc.);
— un razzo a paracadute oppure un fuoco a mano producente luce rossa;
— un segnale fumogeno capace di produrre abbondante fumo di colore arancione;
— movimento lento e ripetuto delle braccia allargate dall’alto in basso da ciascun lato;
— colpi di cannone oppure altri segnali esplosivi, ad intervalli di circa un minuto.
E’ vietato l’uso di un qualsiasi dei predetti segnali, se non per indicare che una nave o un idrovolante si trova in pericolo, nonché l’uso di qualsiasi segnale che possa venire confuso con uno dei segnali anzidetti – prescritti dalle Regole Internazionali per prevenire gli abbordi in mare, Reg. 31.

RIVOLGENDOSI POSSIBILMENTE A:

— chi sta vicino
— chi è a portata ottica
— chi può trovarsi oltre la portata ottica
— stazioni radio costiere o altre stazioni a terra o su navi
in modo da far giungere la chiamata di soccorso a chi può utilmente accorrere in relazione alle contingenze o, comunque, a chi può – e potendo ne ha l’obbligo – informareuno dei seguenti Enti:
— Capitanerie di Porto od Uffici Marittimi in genere;
— qualunque altra Autorità Civile o Militare contattabile con qualunque mezzo;
— Stazioni radio costiere;
— numero telefonio 113 (pronto intervento della P.S.).

SAPERE DARE ASSISTENZA O SOCCORSO

Conoscendo le elementari nozioni che consentono di utilizzare il contenuto della cassetta medicinali in dotazione.
Conoscendo l’esatto significato dei segnali di pericolo per saperli correttamente interpretare.
Facendo il possibile per essere utile a chi sta in pericolo, ovvero, se non si è in grado di intervenire direttamente, riportando tempestivamente il messaggio (qualunque sia la forma con la quale è pervenuto) a chi può ferlo o almeno può ritrasmettere la notizia agli Enti del soccorso.
Operando con quel senso della solidarietà marinara, vanto di coloro che vanno per mare.

 

 Per non turbare il delicato equilibrio degli ambienti marini, il diportista attento deve navigare contenendo al massimo le forme di inquinamento, siano esse provocate da idrocarburi, gas di scarico, liquami, oli esausti, semplice immondizia o emissioni acustiche. Navigare, nel rispetto della natura circostante, significa cominciare dalle piccole cose: un mozzicone di sigaretta col filtro gettato in mare impiegherà 12 anni per biodegradarsi mentre un sacchetto di plastica abbandonato in balia delle onde impiegherà ben 98 anni per dissolversi completamente.

DODICI REGOLE PER UNA NAVIGAZIONE ECO-COMPATIBILE

  • Usare prodotti di tipo ecologico per la manutenzione della propria imbarcazione.
  • Assicurare una buona regolazione dell’apparato propulsore verificando periodicamente le eventuali perdite d’olio o combustibile.
  • Servirsi degli appostiti contenitori per il recupero degli oli esausti e delle acque nere, depositare le batterie scariche/scadute nei punti di raccolta previsti nei porti.
  • Prestare massima ettenzione alle operazioni di rifornimento per evitare inquinamenti.
  • Usare quantità ridotte di detersivi biodegradabili per il lavaggio dell’imbarcazione.
  • Procedere a velocità ridotta nella navigazione sotto costa per evitare di produrre onde ed inquinamento acustico.
  • Evitare di danneggiare il fondale nelle operazioni di ancoraggio.
  • Mantenere a bordo tutti i rifiuti prodotti e scaricarli, una volta giunti a terra, negli appositi cassonetti.
  • Rispettare i limiti imposti nelle riserve marine.
  • Muoversi nel rispetto di tutte le forme di vita animale e vegetale presenti nel mare.
  • Habitat e specie animali e vegetali marini vanno protetti.
  • Le risorse del mare non vanno sfruttate.